Come si imparare a giocare? Spontaneamente. I bimbi sviluppano i propri sensi, in modo sempre più preciso, e li applicano a ciò che li circonda, trasformando tutto in un esperimento didattico. Tra queste prove, tra queste soluzioni di approccio col mondo circostante, ne ricavano piacere, dunque gioco. E ripetono l’azione che gli ha dato allegria. Il tutto avviene in modo random. Ma, noi adulti, conoscendoli, possiamo recepire quali siano i giochi, anche inventati, che meglio gli rubano furbi sorrisetti. E provare così a dare loro maggiore soddisfazione, assecondando le loro richieste implicite. Tocca a noi, imparare da loro, a cercare quello che più si allinea alla loro personalità ,in fase di costruzione. E questo vale per tutte le età, ma un particolar modo quando non si esprimono ancora con le parole.
Come scegliere un gioco in base all’età
Per una loro crescita armoniosa è indispensabile che i bambini possano giocare; ma è altrettanto importante che possano farlo nel modo giusto, utilizzando gli strumenti adeguati alla“fase evolutiva” che stanno attraversando.
Non è certamente possibile stilare uno schema illustrativo con il da farsi, in base alla tappa evolutiva di riferimento; ogni bambino vive in modo unico le sue esperienze. Il carattere di ogni bimbo spinge a cercare determinati giochi piuttosto che altri e anche i modelli a cui fa riferimento, incidono non poco sul suo orientamento. Ma è pur vero che occorre, offrire loro, dei binari cui appoggiarsi, per la scelta di un gioco qualsiasi, che comunque deve avvenire secondo criteri anagrafici e tappe evolutive orientative.
Troppo presto e troppo tardi: due errori da evitare
Seppure fosse un piccolo genio, non potremo proporgli un puzzle da mille pezzi a tre anni, in sostanza; né, al contrario propinargli a dieci anni un mosaico con trenta tasselli. E’ bene assecondare richieste che rispecchino la personalità del bambino, destinatario del dono ma bruciare le tappe di un bimbo in crescita, perché appare precoce significa stancarlo. Caricarlo di un peso intellettivo e cognitivo maggiore della sua portata.
Ancora, laddove ci orientassimo verso giochi non corrispondenti alla tappa evolutiva in atto per tutelare il bambino che ci appare pigro o lento nella sua affermazione anagrafica, potremmo privarlo d stimolazioni invece utili ai progressi sensoriali e cognitivi.
Cosa fare? Rispettare le guide. Quelle anagrafiche di certo, riportate sulle confezioni di ogni giocattolo a norma, così da aver un criterio di riferimento massimo per un acquisto felice, e applicare le sue preferenze sullo stile di gioco.
Ogni età vuole il suo gioco: il primo anno di vita del bambino
Il bambino gode già alla nascita di un sapere che l’adulto genitore, impara ad apprendere, giorno dopo giorno, grazie all’osservazione; Quel n sa quale potenziale in esso si nasconda. Né le sue preferenze. In realtà sono ignote anche la bimbo stesso. Questi, proverà così a cercarle, sperimentando il mondo; comincerà a muoversi, per prendere cose intorno a sé e metterà in moto tutti i sensi per poterle inquadrare.
Il primo anno di vita di un bimbo è riservato infatti al movimento. Ai suoi primi sforzi per affermarsi, muovendosi. Vorrà decidere cosa toccare, avvicinarsi a ciò da cui è attratto. Nella preferenza di un gioco in base all’età, allora teniamo in considerazione che il bambino utilizza tutto il primo anno di vita per giungere a dominare una posizione corporea, per noi scontata, ma per lui sacrificata; il bimbo osa, tempo dopo tempo, una posizione eretta.
Nei primi mesi di vita del neonato, non dovremmo sollecitare con troppi incentivi il bambino che parte da una situazione di totale serenità; non opportuno comprare giochi iper-eccitanti o superstimolanti, perché magari ci sembra pronto a compiere i primi passi o a pronunciare i primi mugugni. Il neonato è avvolto,seppure solo metaforicamente, da un involucro,ancora. Un velo di protezione che abbandonerà lentamente, non appena si sentirà più sicuro e più consapevole del proprio corpo.
Cominciamo quindi offrendogli giocattoli dai colori tenuti, non troppo forti; appendiamo giochini sul soffitto che lo distraggano quando esteso, che lo incuriosiscano purchè abbiano dei suoni dolci. Molto indicati i carillon. Arriverà la fase della dentizione; proviamo allora a farci trovare pronti con sonagli adatti al massaggio delle gengive doloranti. Seguirà la tappa del gattonare.
Sarà una gioia per il bebè potersi spostare liberamente per la camera e osservare ogni cosa. A questo punto sarà bello per lui avere a portata di mano dei giochi non pericolosi; collochiamo dei pupazzi in giro per la stanzetta.
Ed anche qualche giocattolino dal rumore piacevole, al contatto. Così che possa emozionarsi alla scoperta del suono, da lui stesso provocato nel contatto. Intorno al primo anno di vita, poi, il bambino comincerà muovere i suoi primi passi, si alzerà in piedi . Un carretto primi passi lo aiuterà di sicuro a sentirsi più pronto al movimento per la casa; un sostegno e un gioco al contempo, con qualche evidente e divertente caduta a cui però non darà peso, sapendo di potersi riappoggiare al carretto e riprovare a vivere la sua casa.