La bambola di pezza è un giocattolo ideato appositamente per l’intrattenimento e lo svago delle bambine. Nella versione più fedele a se stessa, si tratta di una realizzazione interamente in stoffa. Non mancano tuttavia alcune varianti, che vedono impiegati materiali completamente tessili per il corpo ed i capelli, mentre la testa risulta essere in legno o plastica. Vediamo quali sono le più belle creazioni disponibili sul mercato attuale, ed in base a quali caratteristiche selezionare il prodotto migliore.
Materiali e decorazioni
Normalmente, le bambole di pezza non hanno particolari limitazioni legate all’età. E’ però possibile che, alcuni modelli, siano provvisti di elementi decorativi o accessori potenzialmente pericolosi per le bimbe più piccine. Solo in questi casi l’uso potrebbe essere controindicato al di sotto dei 3 anni compiuti. Le decorazioni potrebbero essere presenti sul vestito, in forma di bottoncini e perline. O tra i capelli che, il più delle volte, sono raccolti in due codini laterali tramite una coppia di nastri incollati ai capelli stessi (e risultano, quindi, di difficile rimozione).
Al di là delle fibre utilizzate, le lavorazioni tessili per le bambole di pezza hanno tutte il medesimo obiettivo finale: la creazione di un prodotto estremamente morbido e confortevole, ideale da coccolare e perfetto come compagnia per la nanna.
Stili e design
La scelta di una bambola di pezza dipende da preferenze molto soggettive, che sono relative ad una serie di elementi fisici. Primo tra tutti i capelli che, nella maggior parte dei modelli, si presentano come un certo numero di fili di lana, allo scopo di richiamare l’aspetto delle capigliature umane. Pur presentando, tuttavia, delle tonalità molto eccentriche e, dunque, ben lontane dalla realtà.
Altro particolare interessante da esaminare è il viso. Il più delle volte esso è rappresentato in modo felice, tramite la cucitura di un semplice semicerchio a forma di sorriso, che funge da bocca. Gli occhi possono invece essere realizzati in modalità differenti. Quella più semplice è l’applicazione di due bottoni o sfere in tessuto, di un colore più scuro rispetto al resto. In molti casi però, si tratta di un vero e proprio elemento decorativo, posto volutamente in primo piano. Su alcune bambole di pezza, gli occhi sono infatti arricchiti di diversi particolari come le ciglia e/o sopracciglia. In altri modelli viene invece dato decisivo risalto al colore, declinato quasi sempre nelle sfumature del blu e dell’azzurro.
Migliori prodotti
Tra le collezioni di bambole di pezza più graziose disponibili sul mercato, abbiamo quelle di Trudi, Gloveleya, Simba, Betz e Teorema. Si tratta di prodotti realizzati con grande cura per i dettagli e la sicurezza, non presentano particolari elementi in rilievo e sono indicati dunque per tutte le fasce di età. Ad ogni modo viene sempre generalmente raccomandata la sorveglianza di un adulto.
Molto interessanti per la primissima infanzia sono anche i modelli ideati da Chicco e Clementoni, che il più delle volte presentano sonagli o lucine: dettagli di grande attrattiva per la fascia di età 0 – 2. I modelli più completi possono presentare anche accessori aggiuntivi, quali ad esempio il ciuccio, o dei tasti posti su parti del corpo. Questi sono utili a stimolare un’attività di gioco interattiva e quindi più complessa.
La pigotta
Una delle bambole di pezza divenute più celebri negli ultimi anni è la pigotta. Nel secondo dopoguerra, questa denominazione stava ad indicare una bambola fatta in casa con materiali tessili di scarto. Oggi è diventato il nome di un prodotto registrato dal Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (conosciuto come Unicef), allo scopo di sostenere l’infanzia nei paesi in via di sviluppo. L’iniziativa si articola in diverse modalità. Attraverso una donazione minima, è possibile adottare una di queste bambole garantendo cibo, istruzione, vaccini e generi terapeutici ad un bambino residente in una realtà difficile del mondo. Allo stesso tempo, è possibile realizzare in prima persona una delle bambole messe in vendita di volta in volta, servendosi di un cartamodello fornito appositamente dall’Unicef.